Un’importante vittoria per la tutela della fauna selvatica in Abruzzo. Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello delle associazioni ambientaliste, sospendendo così il piano di abbattimento dei cervi previsto dalla Regione Abruzzo. La decisione arriva a pochi mesi dall’annuncio di un controverso piano di abbattimento, volto a ridurre la popolazione di cervi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, che ha sollevato numerose polemiche e proteste da parte degli ambientalisti.
La Delibera Controversa della Regione Abruzzo
Lo scorso 6 agosto, la Giunta regionale dell’Abruzzo aveva approvato una delibera che autorizzava l’abbattimento selettivo di 469 cervi, un piano che avrebbe dovuto essere attuato da cacciatori abilitati in due aree specifiche del territorio aquilano. L’obiettivo dichiarato della Regione era quello di ridurre il numero degli esemplari, cresciuto considerevolmente negli ultimi anni, in modo da evitare che la presenza dei cervi potesse rappresentare un pericolo per i turisti e per la sicurezza stradale, soprattutto sulle strade di montagna.
Questa decisione aveva però sollevato un’ampia opposizione. Numerose associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, si erano schierate contro l’abbattimento, ritenendolo non solo dannoso per la biodiversità, ma anche poco giustificato da un punto di vista scientifico. Gli oppositori del piano sostenevano che la popolazione di cervi fosse monitorata male e che esistessero soluzioni alternative, come la sterilizzazione o il controllo naturale, più adatte a tutelare l’equilibrio ecologico senza ricorrere all’abbattimento.
Il Ruolo delle Associazioni Ambientaliste e la Sentenza del Consiglio di Stato
Le critiche delle associazioni hanno portato alla presentazione di un ricorso al Consiglio di Stato, il quale ha esaminato la questione in modo approfondito. I giudici della sesta sezione, infatti, hanno deciso di sospendere l’abbattimento dei cervi, ribaltando l’ordinanza precedente del TAR Abruzzo, che aveva respinto il ricorso delle associazioni. In questo modo, i giudici di secondo grado hanno accolto le ragioni degli ambientalisti, sostenendo che la Regione non avesse adeguatamente giustificato l’urgenza dell’intervento né dimostrato che l’abbattimento fosse l’unica soluzione percorribile.
La sospensione dell’abbattimento ha suscitato grande entusiasmo tra i residenti della zona e tra chi da anni si batte per la conservazione della fauna del Parco Nazionale d’Abruzzo. I cervi, infatti, sono diventati una presenza iconica per la comunità locale, che da sempre convive in armonia con la fauna del parco. Non solo: i cervi rappresentano anche un importante elemento per il turismo ecologico, che valorizza la biodiversità dell’area protetta.
Cosa Accadrà Ora?
Ora, la palla passa al TAR Abruzzo, che dovrà pronunciarsi in via definitiva sulla questione. Sebbene la decisione del Consiglio di Stato abbia sospeso temporaneamente l’abbattimento, la questione non è ancora risolta in via definitiva. Tuttavia, questa sentenza rappresenta un passo significativo nella battaglia per la protezione degli animali selvatici e dimostra come le decisioni politiche in ambito ambientale debbano tenere conto di un ampio dibattito scientifico e sociale.
In questo contesto, le associazioni ambientaliste e le istituzioni locali continueranno a monitorare la situazione e a lavorare per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di trovare soluzioni alternative all’abbattimento degli animali. La vicenda dei cervi d’Abruzzo, infatti, è emblematica di come la gestione della fauna selvatica e il rapporto con l’ambiente debbano essere affrontati con equilibrio, coinvolgendo tutte le parti in causa e privilegiando la ricerca di soluzioni sostenibili.
In attesa della decisione finale, i cervi dell’Abruzzo, per il momento, possono continuare a vivere nel loro habitat naturale, simbolo di una battaglia che non è solo contro l’abbattimento, ma anche per la tutela dell’ambiente e la coesistenza pacifica tra esseri umani e natura.