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Caccia ai cervi in Abruzzo, il Tar chiude il caso, gli animali sono salvi

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Per il momento, i 469 cervi dell’area protetta abruzzese scampano al fucile: la controversa delibera regionale che ne autorizzava l’abbattimento non ha più effetto. Lo ha sancito il Tar dell’Abruzzo, che ha dichiarato cessata la materia del contendere nel ricorso intentato da Lav, Lndc-Animal Protection e Wwf Italia contro la Giunta regionale guidata da Marco Marsilio.

Il provvedimento regionale, finito al centro di un’accesa battaglia legale e sociale, era già stato sospeso dal Consiglio di Stato nel novembre 2024. Ora, con la rinuncia a proseguire nel giudizio da parte degli avvocati delle associazioni ambientaliste — Francesco Paolo Febbo e Michele Pezone — il tribunale amministrativo ha formalmente chiuso il caso, ritenendo superata la questione.

“La delibera era ormai inefficace – spiegano le associazioni – e proseguire la causa sarebbe stato inutile. La sospensione del Consiglio di Stato ne ha reso impossibile l’applicazione.” Il commento congiunto di Lav, Lndc e Wwf è netto: “I 469 cervi condannati dalla giunta Marsilio sono salvi, grazie a una mobilitazione senza precedenti.”

Oltre 140.000 firme raccolte in una petizione, proteste in piazza, il sostegno del mondo scientifico e culturale, e un’ondata di indignazione pubblica hanno contribuito a fermare il piano regionale che autorizzava l’abbattimento dei cervi, considerati una “specie simbolo” della natura abruzzese.

La decisione del Tar arriva pochi giorni dopo la manifestazione di alcune sigle agricole al Consiglio regionale. Le associazioni ambientaliste non negano le difficoltà nella convivenza tra attività agricole e fauna selvatica, ma chiedono soluzioni diverse: “La scienza ci dice che la prevenzione è molto più efficace degli abbattimenti indiscriminati”, ribadiscono.

Il dialogo, secondo Lav, Lndc e Wwf, è ancora possibile: “Rinnoviamo la nostra disponibilità a discutere con Regione e categorie agricole per cercare soluzioni condivise. Ma se la Giunta vorrà riproporre gli abbattimenti, saremo pronti a tornare in tribunale.”