C’è un tipo di dolore che non fa rumore, ma si insinua lentamente nei giorni, riempiendoli di assenza. È il dolore per la perdita di chi ci ha accompagnato senza mai parlare, ma con uno sguardo sempre presente. Mauro Corona lo conosce bene. Dopo l’addio a Roci, il cane con cui ha condiviso 16 anni di vita, oggi piange Kurt, un altro fedele compagno che per undici anni gli è stato accanto senza mai chiedere nulla.
“Kurt se n’è andato, con gli occhi stanchi ma pieni di gratitudine. Undici anni di presenza silenziosa, di fedeltà paziente, di amore puro.” Con queste parole, lo scrittore ha salutato per l’ultima volta il suo cane, affidando al pubblico un pezzo del suo dolore. Corona ha voluto condividere il momento attraverso un’immagine che racconta più di mille frasi: lui, con una penna in mano e Kurt sulle ginocchia. È una scena semplice ma intensa. Un momento di intimità fra uomo e animale, come se anche quell’ultimo istante volesse trasformarsi in scrittura, in memoria. Chi conosce Mauro Corona sa quanto gli animali abbiano sempre fatto parte del suo mondo, come presenze discrete ma fondamentali. Kurt non era solo un cane: era compagno di riflessioni, di silenzi, di sguardi che dicevano tutto. Lo chiamava affettuosamente “il mio correttore di bozze”, perché stava lì, accanto a lui, mentre scriveva le sue storie.
Kurt è stato portato via in fretta, nel giro di due giorni, da un’infezione improvvisa e aggressiva. Non c’è mai un momento giusto per dire addio, ma quando accade così, il dolore è ancora più tagliente. La famiglia di Corona è rimasta profondamente colpita, travolta da un vuoto che solo il tempo – forse – potrà attenuare. In un mondo che corre e parla troppo, Kurt rappresentava una presenza diversa. Amava in silenzio. Non chiedeva nulla, se non la possibilità di esserci. E Mauro Corona, abituato a scalare montagne e ad affrontare la solitudine, riconosceva in quegli occhi una compagnia rara e preziosa.
“Ha vissuto con noi come un’anima buona, discreta, sempre presente. E adesso che non c’è più, ci resta il silenzio. Ma anche la gratitudine per tutto ciò che ci ha lasciato.”