loader image

Caccia, Lollobrigida frena gli allarmi sulla 157/92. Al via la raccolta firme

Facebook
WhatsApp
Email
Print

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rompe il silenzio e replica alle crescenti polemiche intorno alla riforma della legge 157 del 1992, che regola l’attività venatoria in Italia. In un’intervista al Secolo d’Italia, Lollobrigida respinge con fermezza le critiche che parlano di deregolarizzazione e rischio di “caccia selvaggia”. “Non ci sarà nessun Far West”, assicura il ministro, riferendosi direttamente agli allarmi lanciati da associazioni animaliste e ambientaliste. “Il provvedimento sarà frutto di un confronto approfondito e trasparente, coinvolgerà tutte le parti interessate: ambientalisti, cacciatori, agricoltori e istituzioni scientifiche. E il Parlamento avrà l’ultima parola”. Negli ultimi giorni, alcuni media e personaggi pubblici hanno evocato scenari allarmistici, come la possibilità di cacciare sulle spiagge o l’abolizione di vincoli oggi in vigore. Lollobrigida smentisce senza mezzi termini: “Sono affermazioni totalmente infondate. Il testo che proporremo vieta esplicitamente l’attività venatoria nelle aree demaniali marittime. Non cambiano le regole sui richiami vivi, né vengono ampliate o ridotte le zone di caccia”.

Il ministro denuncia anche la diffusione di bozze parziali e documenti non ufficiali che hanno alimentato la confusione: “Girano veline e proposte non rappresentative del lavoro finale. Invece di valutare con serietà, si è preferito gridare allo scandalo”. Secondo Lollobrigida, la legge 157/92 non è più adeguata ai tempi. “Va aggiornata per rispondere alle esigenze attuali, anche in termini di gestione del territorio e tutela dell’ambiente. Il nuovo iter legislativo sarà più chiaro, con il coinvolgimento della conferenza Stato-Regioni e dell’Ispra, così da garantire un equilibrio tra attività venatoria e sostenibilità ambientale”. Lollobrigida, però, non arretra: “Chi ha responsabilità di governo deve saper affrontare anche le scelte difficili. Lo farà nel rispetto delle regole democratiche, ascoltando tutti, ma senza farsi intimidire da campagne strumentali”.

Animalisti in rivolta, parte la campagna referendaria

Mentre il governo cerca di rassicurare, la protesta continua a montare. Alcune associazioni animaliste hanno già lanciato manifestazioni contro quella che definiscono “una riforma ammazza-natura”. In particolare, l’associazione Rispetto per tutti gli animali ha avviato le procedure per proporre un referendum abrogativo della caccia in Italia. 

 NON ASPETTARE FIRMA ORA:

Firmando l’Art. 19 Ter si andrebbe a rendere illegale la caccia in Italia, salvando così milioni di animali, vittime innocenti che chiedono solo di vivere la loro vita serenamente senza dover vivere sempre nella paura.
Si ritornerebbe a passeggiare nei boschi, andare a funghi o raccogliere le castagne senza la paura di essere impallinati da cacciatori che sparano a tutto quello che si muove.  (FIRMA ORA –CLICCA QUI) !

Vietare la caccia nei fondi privati: (FIRMA ORA – CLICCA QUI) !