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Addio a Bruno, il cane eroe simbolo di coraggio ucciso con wurstel pieni di chiodi. Aveva salvato 9 persone

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Taranto – Si è spento in modo atroce Bruno, cane molecolare che aveva dedicato la sua vita al salvataggio degli esseri umani. Un compagno fedele, un lavoratore instancabile, un eroe silenzioso. A stroncarlo non è stata l’età o la fatica, ma la mano vigliacca di qualcuno che ha trasformato la sua bontà in bersaglio.

Un risveglio di sangue e dolore

La tragedia è avvenuta all’alba di venerdì 4 luglio. Arcangelo Caressa, istruttore cinofilo e amico inseparabile di Bruno, ha trovato il cane riverso nel suo box, immerso in una pozza di sangue. L’emorragia interna era stata causata da wurstel farciti con chiodi, lanciati oltre il recinto del centro di addestramento a Talsano, alle porte di Taranto. Un’esca preparata con premeditazione e crudeltà, che ha trasformato un luogo di lavoro e amore in teatro di orrore.

Il dolore di chi ha condiviso tutto con lui

“Oggi sono morto con te”, scrive Caressa in un post che ha scosso i social e il cuore di migliaia di persone. “Non pubblico le immagini, sono troppo atroci. Lo avete fatto soffrire per ore. E lo avete fatto a lui, che per tutta la vita ha aiutato gli uomini.” Parole che sono un atto d’amore ma anche un grido di rabbia. Bruno aveva salvato nove persone, aveva fiutato speranze tra le macerie, aveva offerto conforto e risposte nei momenti più drammatici. Eppure, è stato tradito da chi avrebbe dovuto essergli grato.

Un cane eccezionale, in missione per l’umanità

Bruno non era un cane come gli altri. Originario del Belgio, addestrato in Svizzera, era un Bloodhound dal fiuto leggendario. Aveva operato in tutta Italia: da Matera a Trani, da Foggia a Bernalda. Aveva ricevuto premi, riconoscimenti ufficiali, era stato fotografato con la premier Giorgia Meloni e celebrato dal Comune di Taranto per il suo impegno. Faceva parte dell’unità cinofila Endas e partecipava a operazioni speciali, incluse quelle contro le lotte clandestine tra cani. Proprio questa attività, secondo gli inquirenti, potrebbe aver fatto di lui un bersaglio.

La rabbia e l’appello: “Giustizia per Bruno”

La deputata Michela Vittoria Brambilla ha annunciato una denuncia formale e la volontà di costituirsi parte civile in un eventuale processo. “Bruno ha avuto una morte atroce – ha dichiarato – inflitta forse non per crudeltà cieca, ma per vendetta. Questo ci impone di trovare il responsabile e applicare le pene previste dalla legge”. La “Legge Brambilla” prevede fino a quattro anni di carcere e 60mila euro di multa per chi uccide un animale con sevizie o con l’intento di prolungarne la sofferenza. “Lo dobbiamo a lui, nobile animale, vittima di una mano ignobile”, ha aggiunto Brambilla.

Anche la premier Meloni ha espresso il suo cordoglio con un messaggio sobrio ma sentito: “Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno”.

Un vuoto impossibile da colmare

Bruno era più di un cane. Era un collega, un amico, una guida nel buio. La sua morte lascia un vuoto profondo non solo nella sua squadra, ma anche in un’Italia che lo aveva imparato a conoscere e amare. Chi lo ha ucciso ha spento una luce preziosa. Ma non riuscirà a spegnere la memoria del suo coraggio.

Le indagini: si cerca il colpevole

La Procura di Taranto ha aperto un’indagine. Gli investigatori stanno analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona, ascoltando testimonianze e raccogliendo ogni elemento utile a identificare l’autore del gesto. L’ipotesi più accreditata porta al mondo dei combattimenti illegali tra cani: Bruno aveva partecipato a sequestri che avevano colpito duramente quel sistema criminale.