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Castelvetrano, incredibile incidente, cane precipita da un furgone e sfonda l’auto di una donna

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Incredibile incidente da incubo per Annamaria Saladino, 69 anni, che mercoledì scorso, intorno alle 20, stava percorrendo via Seggio a bordo della sua Opel Corsa. La donna, di ritorno dal centro commerciale, non immaginava che pochi istanti dopo la sua auto sarebbe stata coinvolta in un incidente a dir poco surreale: un cane, apparentemente caduto dal cielo, ha sfondato il cofano anteriore della sua vettura.

Secondo quanto raccontato dalla signora Saladino, pochi attimi prima dell’impatto aveva incrociato un furgone con cassone scoperto che trasportava diversi cani, tra cui – si sospetta – il pitbull poi ritrovato nel vano motore della sua auto. Lo schianto è stato improvviso, violento. E quello che all’inizio sembrava solo un detrito era invece il corpo senza vita del cane, rimasto incastrato tra radiatore e componenti del motore.

Il conducente del furgone, che procedeva in senso opposto, avrebbe accelerato subito dopo l’incidente, scomparendo in direzione Partanna senza lasciare tracce utili alla sua identificazione. “Non ho fatto in tempo a vedere la targa, ero scioccata”, ha raccontato la signora, ancora visibilmente provata.

La figlia Carmen Sant’Angelo ha commentato con amarezza: “Una scena assurda. Non solo la tragedia per quel povero animale, ma ora anche la macchina è inutilizzabile. Speriamo almeno che qualcuno riconosca quel furgone e ci aiuti a risalire al responsabile”.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e un volontario dell’Enpa, Ciro Signorello, che ha estratto con delicatezza il cane ormai privo di vita. L’animale, privo di microchip, non era registrato all’anagrafe canina, come ha confermato la presidente dell’Enpa locale, Elena Martorana. Da qui, ha avuto inizio il solito, estenuante rimpallo burocratico. La normativa prevede l’intervento del veterinario dell’Asp per certificare la morte dell’animale. Ma tra chiamate, passaggi di competenze e dinieghi, nessuno sembrava sapere chi dovesse effettivamente occuparsi della rimozione della carcassa. La ditta Viardi, con cui il comune aveva in passato una convenzione, si è dichiarata non più responsabile del servizio. Solo dopo ore di telefonate e pressioni da parte dei volontari, l’assessore Monia Rubino è riuscita a far intervenire un veterinario “fuori procedura”, giunto sul posto per chiudere la pratica.

L’episodio ha messo nuovamente in luce le enormi lacune nella gestione del randagismo e degli animali in difficoltà nel territorio. Il rifugio sanitario comunale è ancora chiuso per lavori di ampliamento mai completati, e non esiste un mezzo comunale attrezzato per il trasporto degli animali morti. A risolvere la situazione, come spesso accade, sono stati i volontari. L’Enpa, grazie alla collaborazione con un’altra associazione (l’Oipa), ha recuperato le chiavi della struttura, caricato il pitbull a bordo di un’auto privata e sistemato la carcassa nel congelatore del canile. L’intera vicenda si è conclusa attorno a mezzanotte, quattro ore dopo l’impatto.

L’associazione “Un’Anima Mille Zampe Italia” ha dichiarato: Qui si tratta di vite e non di peluche e che seguiremo il caso per capire dove fosse diretto quel carico di animali e se ci siano state violazioni gravi nel loro trasporto.

“Non possiamo continuare a nasconderci dietro la burocrazia – ha concluso la presidente Martorana – Qui si tratta di vite, animali e persone. Serve un sistema che funzioni. Serve responsabilità”.