La Sicilia brucia. In un’altra giornata di fuoco, la regione è stata travolta da una nuova ondata di incendi che sta mettendo in ginocchio interi territori. Le fiamme non hanno risparmiato neanche la celebre Riserva Naturale dello Zingaro, uno dei simboli della biodiversità mediterranea e patrimonio naturalistico di inestimabile valore. Il fronte più critico si è concentrato nel pomeriggio nella Provincia di Trapani, dove numerosi roghi hanno aggredito vegetazione, abitazioni e strutture agricole, con danni ancora incalcolabili. Col passare delle ore, le fiamme, alimentate da venti di scirocco e da temperature roventi, si sono propagate fino a raggiungere l’area protetta della Riserva dello Zingaro, lambendo sentieri e habitat naturali, mettendo a rischio flora e fauna uniche nel loro genere.
Una corsa contro il tempo
Squadre dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e del Corpo Forestale stanno lavorando incessantemente per contenere l’avanzata del fuoco. Canadair ed elicotteri antincendio sorvolano la zona da ore, ma le condizioni meteo e il terreno impervio rendono gli interventi estremamente complessi. Le autorità regionali hanno chiesto l’intervento del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, mentre si attendono rinforzi anche da altre regioni. “La situazione è drammatica,” ha dichiarato in serata un funzionario della Protezione Civile Siciliana. “Stiamo fronteggiando incendi simultanei su più fronti, molti dei quali di probabile origine dolosa. Le temperature notturne in calo potrebbero aiutarci a rallentare la propagazione delle fiamme, ma la notte si preannuncia lunga e difficile.”
Una strage silenziosa: la voce delle associazioni animaliste
Nel frattempo, monta la preoccupazione tra le associazioni animaliste, che parlano di una vera e propria strage silenziosa. “Siamo nell’inferno. Sta bruciando mezza Sicilia. Avete idea di quanti animali sono già morti tra le fiamme?”, è il grido d’allarme lanciato dall’associazione Un’Anima Mille Zampe Italia. “Chiediamo aiuto: da soli non possiamo fare fronte a questa emergenza. Servono volontari, mezzi, cibo, soccorsi. Ogni minuto può salvare una vita.” Molti animali selvatici, incapaci di fuggire, sono rimasti intrappolati nei focolai, mentre centinaia di animali domestici e da allevamento sono stati evacuati o trovati senza vita. Le stime, ancora provvisorie, parlano di migliaia di ettari andati in fumo, ma ciò che inquieta è la perdita di interi ecosistemi e la morte silenziosa di specie già vulnerabili.
Un disastro ambientale annunciato
Gli incendi che stanno devastando la Sicilia non sono un’emergenza improvvisa, ma il risultato di anni di incuria, cambiamenti climatici e – sempre più spesso – atti criminali. Ogni estate si ripete lo stesso copione: territori esposti, prevenzione debole, interventi in ritardo. La Riserva dello Zingaro, fiore all’occhiello dell’ambiente siciliano, era già stata colpita da un grave incendio nel 2020. Oggi, le fiamme sembrano voler completare un’opera di distruzione che rischia di diventare irreversibile. Mentre la notte cala su una Sicilia ferita, la speranza resta appesa alla forza degli operatori sul campo e alla solidarietà di chi, anche da lontano, può offrire un aiuto concreto. Ma la domanda più inquietante resta: quante altre volte dovrà bruciare questa terra prima che si intervenga davvero?